Un
riepilogo di tutto quanto ho studiato e digerito finora (e non è stato
semplice) sulla reincarnazione, secondo le filosofie e le religioni orientali.
E’ soltanto il punto di arrivo momentaneo, e per questa ragione, rozzo e
approssimativo, del cammino spirituale di un occidentale materialista e
anarchico come me:
1)
Siamo
entità di puro spirito, filamenti, frammenti di essenza divina. Schegge di luce
che si perdono nella notte, diceva Celine.
Da sempre esistiamo e per sempre esisteremo. Tutto il resto è apparenza. “Tutte
le cose sono vuote apparizioni, non sono nate, non sono distrutte, non sono
macchiate, non sono pure. Non ci sono occhi né orecchi, naso, lingua, corpo,
mente. Non ci sono forma né suono, odore, gusto, tatto, oggetti, né c'è un
regno del vedere. Non vi è conoscenza, né ignoranza, né fine della conoscenza,
né fine dell'ignoranza, e così via fino ad arrivare a né vecchiaia né morte, né
estinzione di vecchiaia e morte; non c'è sofferenza, karma, estinzione, via;
non c'è saggezza né realizzazione.” (Sutra del cuore).
2)
Siamo
tuttavia obbligati a vivere molte vite, per apprendere e migliorarci fino a non
dover mai più tornare su questa fredda terra.
3)
Attenzione
però, tornare a vivere non è un premio, ma una condanna. Siamo costretti a
tornare, gioire (poco) e soffrire (molto) ancora e ancora e ancora.
4)
Il
ciclo continuo delle vite si chiama samsara, la liberazione dal ciclo di
vita – morte – rinascita si chiama nirvana (vedi punto 16).
5)
Fra
una vita e l’altra, secondo il Libro tibetano dei morti, non c’è
una rinascita immediata, ma un tempo intermedio, una condizione che può durare
anche centinaia d’anni, che si chiama bar-do (in antico sanscrito, isola
in mezzo). Questa parentesi serve a meditare e riflettere sulla vita
appena trascorsa, correggere gli errori e apprezzare le virtù, e sulle ceneri
di quella, progettarne una nuova.
6)
La
nuova vita non necessariamente è migliore della precedente. A volte per
migliorarci siamo chiamati ad apprendere la sofferenza, siamo costretti a vite
di stenti e di dolore. Ma niente paura, polvere siamo e polvere torneremo, non
siamo perpetui, ma a tempo determinato. E’ l’impermanenza, nulla è permanente,
niente dura per sempre. Niente.
7)
Vi
sono vari livelli di esistenza, da quelli più bassi (minerale, vegetale,
animale), a quelli più elevati (umano), fino a quello degli esseri (bodhisattva)
a un passo del nirvana, che non debbono più sottostare al ciclo di nascita –
morte - rinascita. E’ la ruota del
divenire (phava chakra). Tutto gira, tutto scorre e si torna a nascere.
8)
L’anima
(chiamiamola così per il momento) è come un buon vino, ha bisogno di migliaia
di anni e di molte vite per affinarsi e accedere a un livello superiore di
esistenza.
9)
Questo
mondo è come una grande scuola, in cui apprendiamo e spesso, sbagliamo. Se
abbiamo imparato la lezione, vivremo la prossima vita in maniera migliore o
addirittura a un livello superiore, come essere promossi da una classe all’altra
o accedere a istituti di istruzione superiore. Se, invece, non abbiamo appreso
la lezione, verremo rimandati indietro a ripetere lo stesso livello o peggio
ancora, verremo degradati a livelli più bassi di esistenza. In poche parole,
verremo bocciati e costretti a ripetere l’anno.
10)
Ciò spiega perché nel mondo ci sono guerre,
carestie, distruzione, odio, accanto a bontà, saggezza, altruismo, coraggio. E
questo, dopo tanti anni, mi ha messo il cuore in pace. A me infatti non
tornavano i conti quando m’interrogavo sulla profonda ingiustizia del mondo. Quando
chiedevo: perché Dio tollera tutte queste nefandezze? Perché continuiamo a
fregarci in mille modi, a odiarci, a farci amichevolmente saltare in aria l’un
l’altro, senza che Lui alzi un dito? Mi è sempre stato risposto che Dio non s’intromette
perché ci ha dato la libertà di decidere secondo coscienza. Ci ha donato il libero arbitrio. Si ma, replicavo io
insistendo e molto, se è vero che siamo figli di Dio, un padre non interviene
un attimo prima che i figli si facciano male sul serio? E poi, se Lui ci ha
fatti a Sua immagine e somiglianza, o mi state raccontando una balla, e quindi non
gli somigliamo affatto, oppure mi state dicendo la verità e quindi somigliamo a
un Dio che devo cominciare a temere? A questa domanda, però, non ho ancora
avuto risposta.
11)
I religiosi orientali considerano vivere la
vita umana una promozione di per sé e ci consigliano di essere sempre felici
per questo.
12)
Se c’incontriamo in questa vita, è perché non
facciamo altro da millenni, magari scambiandoci i ruoli. Posso essere stato il
padre di mio padre o il figlio di mio figlio in una vita precedente. Qualunque
sia il ruolo, prima o poi ci ritroveremo. Perché possiamo decidere di vivere congiunti
attraverso le vite e i secoli. L’immagine che mi viene in mente è quella di
persone che si buttano insieme da un aeroplano col paracadute, un lancio
collettivo per atterrare nella vita. Skydivers dell’infinito.
13)
Non ci sono giudici e tribunali per condannarci
o assolverci dai peccati commessi in vita. Siamo noi i giudici di noi stessi, siamo
soltanto noi a valutare e soppesare errori, nefandezze e buone azioni nel tempo
di vita intermedia (bar-do) e, sta sempre noi a decidere di rinascere.
14)
Ciò che condiziona la rinascita è quella che
io riconosco come una sorta di giustizia immanente, il karma. Ogni nostra più
insignificante azione ha riflesso in tutto l’universo, e dopo averla compiuta,
niente sarà più lo stesso, come quando si getta un sasso in uno stagno e da
quel punto si allargano onde concentriche a perturbare la superficie dell’acqua.
15)
Nella condizione di bar-do il tempo non
esiste. Ma di questo avevo già parlato nel mio post Del tempo e di altri miraggi.
Il
tempo non esiste, diceva Agostino
d’Ippona (alias Sant’Agostino), è solo una dimensione dell’anima. Aggiungerò
soltanto che, secondo molti filosofi e teologi, il tempo è un’illusione dettata
dalla limitatezza del pensiero umano che è strutturato in forma lineare e
sequenziale: dietro c’è il passato, ora il presente e davanti il futuro, e si
progredisce in linea retta dal passato al presente e dal presente al futuro. L’acqua
che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che
venne, è la geniale spiegazione di Leonardo
da Vinci per farci comprendere il flusso del tempo. Ma se il tempo non
esiste, se il tempo è soltanto un’illusione, vuol dire che fuori da questo
mondo di artifici e raggiri tutto accade contemporaneamente in un eterno
presente, non c’è prima, non c’è dopo, tutto accade qui e ora.
16)
Chi si eleva e progredisce nelle esistenze che
mena, non è più costretto a rinascere e può raggiungere il nirvana, uno stato di
grazia eterno, riunendosi alla sostanza divina di cui è composto. “…la
mente non conosce ostacoli; dal momento che la mente non conosce ostacoli non
si conosce la paura, si è oltre il pensiero illusorio, e si raggiunge il
Nirvana” (Sutra del cuore). Anche gli ebrei antichi avevano qualcosa del
genere e lo chiamavano pardish, paradiso.
17)
La punizione è, come a scuola, essere bocciati
e dover ripetere l’anno. Un vero inferno, in realtà non esiste. A patto di non
considerare un inferno le nostre vite.
18)
Vi sono stati degli esseri talmente saggi,
giusti e puri da non essere mai nati, mai morti e mai vissuti, e dunque non hanno
dovuto subire il supplizio della ruota (del divenire) e hanno avuto accesso
diretto al nirvana. Essi sono stati, come dire, promossi sulla fiducia.
19)
La trasmigrazione delle anime è stata accettata da popoli molto diversi in epoche differenti. Anche nel Cattolicesimo la reincarnazione è
stata ammessa per un certo tempo. Nel primo Concilio di Nicea del 325 dopo
Cristo, ma soprattutto, nel secondo Concilio di Costantinopoli, tenutosi nel
553, si formò la dottrina ufficiale della Chiesa (1), che ha escluso
categoricamente la reincarnazione e ammesso soltanto due vite: la vita terrena prima
e quella eterna dopo. Ma Origene di Alessandria
sosteneva che "Ogni
anima...viene in questo mondo rafforzata dalle vittorie o indebolita dalle
sconfitte della sua vita passata."
E Sant’Agostino (2) scriveva: "Prima
di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o
altro corpo". Aggiungo Plotino: "L'attore che muore sulla scena cambia maschera e riappare in un'altra parte, non è morto davvero. Morire è cambiare corpo come gli attori cambiano maschera".
Avete
capito tutto? Io sì. In altre parole, se vogliamo rinascere dobbiamo fare i
cattivi. Io ho già cominciato.
Buona
(ri)vita!
(1)
Sarebbe
il caso di ricordare che con Costantino il cattolicesimo assurse al rango di
religione di stato dell’impero romano, soppiantando il paganesimo. Il Concilio
di Costantinopoli gettò le basi di una religione politica, come forma di
controllo sociale ed, evidentemente, non si poteva più tollerare tra i fedeli
l’idea della rinascita. Ci sarebbe stata quindi una sola vita da giocarsi per
guadagnare l’inferno o il paradiso. E per far rigar dritta la gente non c’era
minaccia peggiore o premio migliore di questi.
(2)
Confessioni, Agostino
d’Ippona, scritto intorno al 400 dopo Cristo. L’opera, tra l’altro, è
considerata uno dei massimi capolavori della letteratura cristiana.
Bellissimo !!!
RispondiElimina"L'anima è sempre la stessa, anche se migra in sembianze diverse." (Metamorfosi, Ovidio)
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