Scrivo spesso della morte, è vero. Ne sono affascinato,
ne sono tormentato, ne sono ossessionato. Ma non la desidero.
La vita non potrebbe esistere senza la morte. La morte
non potrebbe esistere senza la vita. Sono le ombre a farci apprezzare
la luce. La morte è un ricamo con ago e filo nero sul cuore. La
morte è la sottile linea scura che contorna la superficie delle cose
e le rende più vere. Perchè siamo progettati a termine, siamo in
scadenza, siamo a tempo determinato.
E tuttavia, sono affascinato anche dalla vita, ne sono
tormentato e ne sono ossessionato, perchè è un rompicapo
indecifrabile, un enigma di cui mi sfugge la soluzione; questa vita
come un cavallo riottoso, questa vita madre e puttana.
Ma, come la mia mano è ferma e sicura e non trema
mentre scrive della Nera Signora,
non altrettanto efficace, profonda e penetrante sento la scrittura
della vita. La sua densità, la sua struttura, la sua essenza, mi
paiono misere e approssimative, orientate come sono ai punti
cardinali del passato. Vissi. E sono già dall'altra parte.
E’ un’annebbiata concatenazione di ricordi, i giorni
che furono si spengono come echi nel tempo trascorso, un lieve,
evanescente svanire di sogni, come fiori malaticci che presto
appassiranno. La mia scrittura sulla vita ha un sapore onirico.
Perchè
La vita è sogno (1).
Circondati da un miraggio, assediati dalle
allucinazioni, ci arrendiamo alla mera apparenza. Ma ciò che sembra,
non è. L’unica realtà possibile è la morte. Noi stiamo dormendo
in piedi. E' la Vecchia Scintillante (2) che ci fa
risvegliare, lacerando con la falce i veli del sonno in cui siamo
caduti e svelando la vera natura dell’esistenza.
Sogno e illusione.
Soltanto la morte è reale.
Crediamo di impersonare le nostre vite, ma non siamo che
attori che recitano un copione scritto da altri. Crediamo di
realizzare imprese mirabolanti, ma stiamo soltanto sognando.
Siamo dormienti che gridano nel sonno,
dice Leòn
Bloy.
La morte mi pare infinitamente più vera, tangibile,
definitiva, della vita. La vita è il passato, la morte il futuro. E'
un punto fermo, il perno, la bussola per orientare l'esistenza. La
vita ruota intorno alla morte, come la Terra orbita intorno al Sole.
Ma è la morte a rischiarare l'esistenza, e non il contrario; la
morte non può essere rischiarata. E' il nulla, il buio assoluto, il
nero più sublime. E' per me più facile scriverne.
“Morte, morte, morte dappertutto, morte a
perdita d'occhio, morte a iosa, morte a go-go, morte in catena di
montaggio. Morte a perdere.” (L'impero
del vento, il mio primo libro).
“...un enorme cumulo di morti, morti, morti;
morti ovunque e sopra di essi la perfida ingannatrice con la falce in
pugno e il sussurro indecifrabile nella bocca senza labbra.”
(Friday night,
un mio racconto. Ecco il link
http://angelo.medici.blogspot.it/2013/11/friday-night.html?m=1).
“Viveva in mezzo ai morti ammazzati, camminava
sui loro cadaveri, sentiva ovunque sibilare la morte. Ogni momento
era buono per prendersi una pallottola in testa o nella pancia...”
(La città verticale,
il mio secondo romanzo).
Ecco perché scrivo della morte. E dell’amore. Che in
fondo sono la stessa cosa. L'eterno conflitto tra eros
e
thanatòs si ricompone nella sintesi
ideale del romanzo ottocentesco: si può morire d'amore. E si può
amare da morire.
L'amore è l'annullamento volontario e consapevole del
sé, è la morte, che è appunto, non esistere. L'amore è suicidio
(Love is like suicide, altro mio racconto. Ecco il link
http://angelo-medici.blogspot.it/2014/11/love-is-like-suicide.html).
Ma non date troppo peso a quello che ho scritto.
Leggetelo però non prendetelo troppo sul serio, perchè “ogni
scrittura è una porcata. Chi esce dal nulla cercando di precisare
qualsiasi cosa che gli passa per la testa, è un porco.”
(Antonin Artaud).
E io l'ho appena fatto.
- Dramma in tre atti scritto da Pedro Calderòn de La Barca nel 1635.
- La Vecchia Scintillante, the Old Sparkly, è in realtà il nomignolo della sedia elettrica negli Usa.
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