domenica 14 febbraio 2016

La vita è sogno




Scrivo spesso della morte, è vero. Ne sono affascinato, ne sono tormentato, ne sono ossessionato. Ma non la desidero.

La vita non potrebbe esistere senza la morte. La morte non potrebbe esistere senza la vita. Sono le ombre a farci apprezzare la luce. La morte è un ricamo con ago e filo nero sul cuore. La morte è la sottile linea scura che contorna la superficie delle cose e le rende più vere. Perchè siamo progettati a termine, siamo in scadenza, siamo a tempo determinato.

E tuttavia, sono affascinato anche dalla vita, ne sono tormentato e ne sono ossessionato, perchè è un rompicapo indecifrabile, un enigma di cui mi sfugge la soluzione; questa vita come un cavallo riottoso, questa vita madre e puttana.

Ma, come la mia mano è ferma e sicura e non trema mentre scrive della Nera Signora, non altrettanto efficace, profonda e penetrante sento la scrittura della vita. La sua densità, la sua struttura, la sua essenza, mi paiono misere e approssimative, orientate come sono ai punti cardinali del passato. Vissi. E sono già dall'altra parte.

E’ un’annebbiata concatenazione di ricordi, i giorni che furono si spengono come echi nel tempo trascorso, un lieve, evanescente svanire di sogni, come fiori malaticci che presto appassiranno. La mia scrittura sulla vita ha un sapore onirico.

Perchè La vita è sogno (1).

Circondati da un miraggio, assediati dalle allucinazioni, ci arrendiamo alla mera apparenza. Ma ciò che sembra, non è. L’unica realtà possibile è la morte. Noi stiamo dormendo in piedi. E' la Vecchia Scintillante (2) che ci fa risvegliare, lacerando con la falce i veli del sonno in cui siamo caduti e svelando la vera natura dell’esistenza.

Sogno e illusione.

Soltanto la morte è reale.

Crediamo di impersonare le nostre vite, ma non siamo che attori che recitano un copione scritto da altri. Crediamo di realizzare imprese mirabolanti, ma stiamo soltanto sognando.

Siamo dormienti che gridano nel sonno, dice Leòn Bloy.

La morte mi pare infinitamente più vera, tangibile, definitiva, della vita. La vita è il passato, la morte il futuro. E' un punto fermo, il perno, la bussola per orientare l'esistenza. La vita ruota intorno alla morte, come la Terra orbita intorno al Sole. Ma è la morte a rischiarare l'esistenza, e non il contrario; la morte non può essere rischiarata. E' il nulla, il buio assoluto, il nero più sublime. E' per me più facile scriverne.

Morte, morte, morte dappertutto, morte a perdita d'occhio, morte a iosa, morte a go-go, morte in catena di montaggio. Morte a perdere.” (L'impero del vento, il mio primo libro).

...un enorme cumulo di morti, morti, morti; morti ovunque e sopra di essi la perfida ingannatrice con la falce in pugno e il sussurro indecifrabile nella bocca senza labbra.” (Friday night, un mio racconto. Ecco il link http://angelo.medici.blogspot.it/2013/11/friday-night.html?m=1).

Viveva in mezzo ai morti ammazzati, camminava sui loro cadaveri, sentiva ovunque sibilare la morte. Ogni momento era buono per prendersi una pallottola in testa o nella pancia...” (La città verticale, il mio secondo romanzo).

Ecco perché scrivo della morte. E dell’amore. Che in fondo sono la stessa cosa. L'eterno conflitto tra eros e thanatòs si ricompone nella sintesi ideale del romanzo ottocentesco: si può morire d'amore. E si può amare da morire.

L'amore è l'annullamento volontario e consapevole del sé, è la morte, che è appunto, non esistere. L'amore è suicidio (Love is like suicide, altro mio racconto. Ecco il link http://angelo-medici.blogspot.it/2014/11/love-is-like-suicide.html).

Ma non date troppo peso a quello che ho scritto. Leggetelo però non prendetelo troppo sul serio, perchè “ogni scrittura è una porcata. Chi esce dal nulla cercando di precisare qualsiasi cosa che gli passa per la testa, è un porco.” (Antonin Artaud).

E io l'ho appena fatto.


  1. Dramma in tre atti scritto da Pedro Calderòn de La Barca nel 1635.
  2. La Vecchia Scintillante, the Old Sparkly, è in realtà il nomignolo della sedia elettrica negli Usa.


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