“Cinque
pianeti allineati esercitavano il loro misterioso influsso sulla
terra…
“
(capitolo X).
“Si
guardò le mani. Linee rette e curve s’intersecavano solcando la
pelle, come orbite di pianeti di un universo bidimensionale…
“
(capitolo XII).
Le
due frasi, sebbene in distinti capitoli, sono collegate fra loro. Un
po’ ermetico, in apparenza, ma non troppo; solo alquanto esoterico
(1).
E'
chiromanzia. Nella mano sono tradizionalmente rappresentati cinque
pianeti: Mercurio, Saturno, Giove, Marte e Venere (oltre al Sole e
alla Luna).
Che volto ha
Josefine? Heinrich non lo ricorda. E' mutevole e cangiante, come la
luna.
Selene
e il suo triplice viso: il profilo destro di luna crescente, la
faccia di fronte, luna piena, il profilo sinistro, di luna calante.
E nel capitolo VII,
dove si narra del loro primo incontro, va in scena il mistero
di Iside e Osiride.
Heinrich e Josefine sono come il sole e la luna,
condannati dalle forze dell'universo a inseguirsi e non
raggiungersi mai. Sono la luce e le
tenebre, Yin e
Yang, il bianco
e il nero, Aset
e Asar (ovvero,
Iside e Osiride), lingam
e joni, gli
opposti che si attraggono. Ma la loro seduzione è inconcepibile,
senza dubbio scandalosa, immorale, contro natura, nel contesto e nel
tempo in cui s'avverano. Sono l’unione impossibile fra El
e Asherah, la
moglie di Dio, le divinità delle religioni ebraiche
pre-monoteistiche (2), a cui faccio riferimento nel Capitolo X.
I versi in ebraico nel capitolo VIII:
Shemà Israel
Adonai eloheinu
Adonai ehad
Baruch shem kevod malkhuto leolam va’ed…
E'
Shemà Israel, una preghiera antichissima
(3), la più sentita fra quelle della liturgia ebraica. Secondo
alcune fonti, risalirebbe addirittura ad Amenothep
IV, meglio noto come Akhenaton,
passato alla storia come il faraone eretico per aver tentato di
sostituire il culto del dio Amon
con un embrione di monoteismo.
Israel, secondo alcuni
studiosi, deriva dall’unione delle parole Is
(da Iside), Ra
(il dio egizio Rah) ed El
(il dio canaanita sopra citato). La spiegazione che viene fornita in
proposito è che tre battaglioni egiziani di stanza nel Sinai,
guidati da un generale di nome Moshéh,
abbiano disertato e si siano insediati nella Terra promessa. E’
stato appurato che sono storicamente esistite unità da guerra egizie
con nomi di divinità.
Dunque, siamo noi a creare i nostri dei e non loro noi.
E, come creiamo i nostri idoli, plasmandoli dalla creta delle nostre
paure, così forgiamo i nostri epigoni e li facciamo danzare sulle
assi traballanti dei nostri teatri esistenziali.
Mi scuso per la divagazione.
Scansione del testo,
ritmo della narrazione. Il romanzo è diviso in tre parti, nella
Parte
prima Nox,
che è quella più misteriosa, i ricordi di Dammerschlaft
sono imprigionati nell'amnesia
lacunare
che lo affligge. E' notte fonda ed egli brancola nel buio.
La Parte
seconda Dies,
è più luminosa, perché egli ricorda, finalmente. E' la luce del
sole che rischiara le tenebre.
L’epilogo è una
parte a sé stante, in cui si attraversa il confine fra il reale e
l’immaginato, tra la forma e il suo riflesso e si transita
dall’altra parte, nel sogno, nel mondo delle ombre, sollevando il
velo della morte, il profilo nero che traccia il limite di ogni cosa.
Si intitola Oltre
lo specchio
ed è costituita da un solo breve capitolo, in cui il satori
risplende nella sua insopportabile luce.
Dunque i capitoli,
escluso l'epilogo, il termine del viaggio, sono dodici. Non a caso.
Nell’antichità,
presso i Babilonesi e i Cinesi, il giorno era suddiviso in dodici
ore, ognuna delle quali corrispondeva a due delle attuali ore. E,
secondo il Libro
egizio dei morti,
l'anima del faraone per purificarsi doveva passare attraverso le
Dodici
porte del Giorno e della Notte.
(1)
V'è una differenza di sostanza fra esoterismo (4) ed essoterismo. Il
primo indica le dottrine a carattere riservato, la verità occulta,
il nucleo inaccessibile o i significati nascosti di dottrine non
esoteriche, note soltanto agli iniziati. Il secondo termine ha un
significato nettamente opposto: indica il cerchio esterno delle
verità palesate, aperte e accessibili a tutti. A volte, una
consonante in più fa la differenza. E che differenza.
(2) Fu
il tentativo, quasi riuscito, di abbattere il pantheon di numi oscuri
e vendicativi del paganesimo della Mezzaluna fertile.
Il passaggio al dio unico però diede alla luce una divinità
ammalata di solitudine, tanto che fu necessario dargli una compagna,
una moglie. Asherah, appunto.
(3) I
suoi echi si odono anche nel Paternoster del
cattolicesimo. Primo Levi ne elaborò una sorta di preghiera
civile in Se questo è un uomo:
Voi
che vivete sicuri
nelle
vostre tiepide case,
voi
che trovate tornando a sera
il
cibo caldo e visi amici:
considerate
se questo è un uomo.
(4)
Nota alla nota (Non so quanto sia corretto). Ogni
religione possiede una componente esoterica di verità occulta, un
mistero ammantato di ombre, da cui ha avuto origine (almeno, secondo
Schurè). Io credo che questa verità ultima non possa essere
rivelata, per la semplice ragione che non vi è nulla da rivelare.
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