giovedì 10 luglio 2014

Chissa se? Chissà quando? Chissà?


 
Tre domande, sempre le stesse, che ci poniamo da milioni di anni, che sopraggiungono, moleste e furtive, con la grazia di incubi silenziosi a tormentare le nostre notti insonni.

Io non voglio saperlo. Quando sarà, sarà. Giunta l’ora, non vorrò voltarmi indietro, vorrei andarle incontro, a quell’ora, senza rimpianti, senza sensi di colpa, con il cuore leggero e lo sguardo sognante, anche se… di colpe e rimpianti ho accumulato una ricca collezione.

Il vento, nato chissà come, se ne andò, chissà dove”.

E così vorrei sparire, come il vento, nato chissà come, svanito chissà dove.

Chissà se? Chissà quando? Chissà?
(N.d.A. La frase citata tra virgolette è di Irène Nèmirovsky, Tempesta di giugno)

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