Dopo il post sulla post
(scusate il gioco di parole) ideologia (Critica delle ideologie), tanto per stare allegri,
eccovi un post sulla post (chiedo ancora perdono) religione.
Da anni mi chiedo a cosa
serva la religione, se abbia ancora un senso, o che scopo abbia,
ammesso che l'abbia ancora.
Innanzitutto, occorre fare
un bel distinguo e tracciare un fossato invalicabile tra fede e
religione, poiché sono cose del tutto diverse e non è detto che chi
ha fede sia anche religioso e che chi è religioso abbia fede. Sembra
scontato, ma non lo è affatto.
La fede è (o dovrebbe
essere) un fenomeno esclusivamente privato, mentre la religione non è
altro che il credo organizzato, gerarchico e burocratico, zeppo di
regole, divieti e precetti.
Si
può trasformare la fede in religione, il rapporto controverso fra
razionale e irrazionale?
La
fede, la relazione con il Divino è una dimensione, sempre privata e
personale, unica per ciascuno di noi e non può essere condivisa. Da
qui la perfetta inutilità delle religioni, create da alcuni uomini,
non da Dio, per altri uomini. In fondo, crediamo in ciò di cui
abbiamo bisogno di credere.
Mi
piacerebbe se un qualunque sacerdote, alla mia affermazione: “Non
sono religioso”, rispondesse: “Neppure io”.
Lo abbraccerei di cuore. Ma non so se esista un tal genere di
ecclesiastico. Ecco, io credo che la religione abbia preso il
sopravvento sulla fede e soltanto la prima sia ormai importante. La
forma più che la sostanza, la superficie al posto della profondità,
la teoria invece della realtà.
Una matassa
inestricabile di leggi e leggine, dogmi ed esegesi, talmente
aggrovigliata che per seguire la strada di Dio, più che un prete,
avrebbe fatto comodo un avvocato. (1)
Ogni
popolo ha cercato di trovare la sua strada verso Dio, spesso
smarrendola.
Per fortuna, ce ne
sono centinaia di religioni al mondo, anche togliendo dal conto
quelle americane così pacchiane e false, con tanto di alleluia,
lustrini e cori gospel, che servono solo a far raspare un mucchio di
soldi al predicatore più abile con la lingua. O quelle per soli
ricchi sfondati, che prima svuotano loro il cervello e poi il conto
in banca. Religioni per tutti i gusti e per tutti gli uomini sotto
ogni latitudine. (2)
Ma
allora, a cosa serve la religione?
...la notte è buia
e sembra non avere fine e, come se non bastasse, ci sono tanti
cataclismi, terremoti, tsunami e malattie di tutti i tipi. Una
risposta pronta e rassicurante fa sempre comodo averla sul comodino,
racchiusa in una bella Bibbia o in un bel Vangelo, stampato in ogni
facciata rigorosamente in Times New Roman, che fa il tutto più
credibile e degno di devozione. (3)
Abbiamo paura. Ce la
facciamo sotto. Ecco perchè non possiamo fare a meno delle
consolazioni ingannatorie delle religioni.
E' più facile essere
religiosi che aver fede.
Se, invece, la fede
ce l’hai, allora sono cazzi, perché è tutta un’altra storia, un
altro paio di maniche e in tutta sincerità non è un buon affare.
Non puoi fare finta come gli altri, non puoi dissimulare le tue
certezze, devi fare professione di fede, proclamare, predicare,
praticare tutto il santo giorno, non è mica da tutti. E non puoi
farne a meno.
È difficile
starsene in faccia al mondo con la nostra immensa, spropositata fede.
Il mondo non capisce, non comprende i nostri solidi convincimenti. Il
mondo ha bisogno di qualcosa di più semplice, non domanda supereroi.
Chiede persone normali. (4)
Persone
normali. Che dubitano tutto il giorno di essere nel giusto.
...da qualche tempo
dubitava della sua fede. Essa era ormai qualcosa che rimbalzava come
una pallina da ping-pong tra il dubbio e la certezza e se la svignava
tra diffidenza e perplessità. Era come una luce scialba attraverso
la nebbia, che un momento si vede, l’altro momento non si scorge
più e ti chiedi se l’hai vista davvero o non sia stata, piuttosto,
solo un’allucinazione, uno scherzo dei tuoi occhi. Niente di certo,
niente di sicuro, un giorno più vicino, un giorno più lontano. Da
Dio. (5)
Forse
è giunto il momento di rinunciare alle religioni.
Ci sono giorni in
cui penso che sarebbe meglio se non ci fossero le religioni. La
conoscenza e la pratica della religione sono state utili, questo è
vero, per tutte le fedi. Oggi però non bastano più, spesso portano
al fanatismo e all’intolleranza e in nome della religione si sono
fatte e si fanno guerre. Nel XXI secolo abbiamo bisogno di una nuova
etica che trascenda la religione. La nostra elementare spiritualità,
la predisposizione verso l’amore, l’affetto e la gentilezza che
tutti abbiamo dentro di noi a prescindere dalle nostre convinzioni
sono molto più importanti della fede organizzata. A mio avviso, le
persone possono fare a meno della religione, ma non possono stare
senza i valori interiori e senza etica.
La
religione ha creato vittime e carnefici, il Dalai Lama non ha tutti i
torti. Senza chiese, moschee e sinagoghe, senza bibbie e vangeli,
Talmud e Torah, senza Corano,
Veda e Upanishad, senza integralismi,
crociate, guerre sante e...
...e,
se facessimo a meno anche di Dio? (6)
Uhm...
non mi aspettavo la domanda. Ma proviamo lo stesso a rispondere.
Anzi,
se non erro, ci provò Nietzsche per primo a
rispondere. Egli pensava che l'abbandono della
fede in Dio potesse sviluppare completamente la creatività umana,
liberandosi della divinità come un intralcio, l'umanità smetterebbe
di scrutare verso il regno divino e imparerebbe ad apprezzare questa
terra, che non è un paradiso, ma neppure l'inferno. L'uomo senza Dio
sarebbe un uomo libero, non dovrebbe più portare il peso delle colpe
passate e del peccato originale, sarebbe egli stesso Dio. (7)
I
secondi a rispondere furono gli americani, negli anni sessanta, con
la teotanatologia
(8), una teoria elaborata da teologi cristiani ed ebraici. La cultura
moderna ha perso del tutto il senso del sacro, la perdita di
sacralità dell'Essere divino l'ha dunque condotto alla morte.
Secondo una deriva estrema di questo pensiero, si può stabilire una
data abbastanza precisa e il luogo della Sua dipartita: Dio
è morto ad Auschwitz. (9)
Morto
Dio (10) e crollata la fede, la religione vacilla, ma non troppo.
Siamo in una fase post – cristiana, post-moderna, ma non ancora
post-religiosa. Solo a restare nel cattolicesimo, proliferano
religioni che ci viene naturale dichiarare spin
off di quella originale, come il
cristianesimo liberale, l'esistenzialismo cristiano, la teologia
filosofica continentale, l'ortodossia radicale, l'ermeneutica della
religione, la teologia non dogmatica.
Insomma,
la religione è dura a morire.
(1)
La città verticale, Angelo Medici
0111 Edizioni.
(2)
Ibidem.
(3)
Sempre lì.
(4)
Stesso libro.
(5)
Idem. Ora però compratevelo, altrimenti devo trascriverlo tutto.
(6) “E
se Dio non esistesse? Il suo stesso non esistere avrebbe del divino,
solo a Lui è dato il potere di non esistere.”
(Zeidlis il Papa,
Isaac Singer)
(7) “L’amara
scoperta che Dio non esiste ha ucciso la parola destino. Ma,…
affermare che siamo gli unici artefici della nostra esistenza è
follia: se neghi il destino, la vita diventa una serie di occasioni
perdute… e si spreca il presente rendendolo un’altra occasione
perduta.” - Oriana
Fallaci può
permettersi di non essere d'accordo in
Un uomo.
(8)
Dal greco θεός,
theos,
Dio, θάνατος,
thanatos,
morte e λόγος,
logos,
discorso.
(9)
“...c'è
Auschwitz, dunque non può esserci Dio.”
(Primo
Levi).
(10)
Secondo gli indù, neppure Dio (Brahma)
è immortale; egli muore per rinascere Brahma.
La vera libertà dell'uomo è nello spirito! Lo spirito è l'unico elemento che venne eclissato ed eliminato dalla chiesa durante i vari concilii per estirpare dal nostro sapere comune, la conoscenza delle varie parti che costituiscono la natura dell'uomo.
RispondiEliminaAl bando il culto del Dio potere e della Dea ricchezza, estirpiamo la religione materiale, squarciamo il velo della realtà effimera e torniamo all' Essere.
RispondiEliminaIn effetti, Annalisa, la Chiesa non è esente da colpe, per aver progettato nei vari concili, soprattutto in quello di Nicea, una religione come forma di controllo sociale e politico
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