Non
è un caso che le classi dirigenti occidentali non siano composte da
scienziati, ma per lo più, da personalità con formazione
umanistica. Il tutto in linea con la tradizione dell'Occidente (ma
non solo) di porre limiti all'agire tecnico-scientifico. Ed è un
bene, oltre che un'impostazione consolidata da almeno due secoli.
Il
fine di un apparato tecnico-scientifico non sarà mai il benessere e
il progresso dell'umanità. Il suo vero scopo sarà l'aumento
indefinito della potenza, e dunque, uno sforzo fine a se stesso,
dedito esclusivamente ad accrescere il potere tecnologico. Uomini
tormentati dal delirio di onnipotenza, incapaci di provare
compassione per i propri simili e per gli animali (1), pervasi da una
sorta di anestesia emotiva, governati da una nera triade composta da
antisocialità, narcisismo e sadismo. A condire per bene il tutto,
allucinazioni da eccesso post-ideologico e lucidità da eccesso di
vuoto. Una nuova ideologia dopo la morte di tutte le ideologie: il
fondamentalismo del nulla.
L'umanesimo
non può nulla senza la scienza, ma la scienza senza l'umanesimo
(senza cioè porre l'uomo al centro e arginare il delirio
tecnocratico) sarà una madre che partorisce mostri.
E'
già accaduto.
Il
positivismo ebbe Frankenstein per figlio (2), la sua caduta
novecentesca produsse Sarik/Sarikov nelle catene di montaggio
dell'industria sovietica (3), a sua volta aborto e distorsione del
materialismo socialista ottocentesco, e poi Dachau, Bergen Belsen,
Buchenwald. L'esperimento del non-uomo. E Srebrenica, Abu
Grahib e Aleppo. L'esperimento continua nel nuovo millennio. E tutto
questo, purtroppo, non nella fantasia letteraria.
Sembra
fantascienza, ma non lo è. E'
l'espressione di una crisi del presente, lo
spaesamento e la vertigine di un tempo differente sotto il quale si
cela il presente stesso (4). Un mondo
ibrido, fatto di presente e futuro?
Non
so rispondere. E dopo un po' il silenzio diventa insopportabile,
romba nel cavo auricolare con il fragore del mare in tempesta.
L'entropia
è la naturale tendenza delle cose a mettersi in disordine, a
sconvolgere il Kosmòs
e tornare al Chaos
primordiale. Tutto torna a essere quello che era, anche l'ordine
apparentemente immutabile ritorna a sconvolgersi nel disordine. Tutto
e ogni cosa ritorna al seme, tutto e ogni cosa ritorna alla fresca
morte, alla morte verde (5).
L'alternativa al Chaos
non è il Kosmòs,
ma l'annientamento, la dissoluzione, la morte.
La
verità è che forse siamo stanchi. Sfiniti, annoiati, logori come
genere (umano). Sorpassati. Antichi. Presto, qualche altra specie
prenderà il nostro posto sul podio.
Abbiamo
fatto il nostro tempo. Non resta che farci da parte e fissare la
discesa inesorabile degli anni.
Senza
scienza e senza logos.
(1)
E' ancora elevato il numero di ricercatori che sostengono l'irrinunciabilità della vivisezione e della sperimentazione sugli animali.
(2)
Frankenstein; o, il moderno Prometeo,
romanzo del 1818 di Mary Shelley.
(3)
Il cane che si fece uomo, in Cuore di cane,
romanzo di Michail Bulgakov
del 1925.
(4)
Prefazione di Fabrizio Farina
a Viaggi nel tempo.
(5)
Sound of thunder,
Ray Bradbury, 1953.
Nessun commento:
Posta un commento