lunedì 2 gennaio 2017

Breve conversazione fra scienza e logos


Non è un caso che le classi dirigenti occidentali non siano composte da scienziati, ma per lo più, da personalità con formazione umanistica. Il tutto in linea con la tradizione dell'Occidente (ma non solo) di porre limiti all'agire tecnico-scientifico. Ed è un bene, oltre che un'impostazione consolidata da almeno due secoli.

Il fine di un apparato tecnico-scientifico non sarà mai il benessere e il progresso dell'umanità. Il suo vero scopo sarà l'aumento indefinito della potenza, e dunque, uno sforzo fine a se stesso, dedito esclusivamente ad accrescere il potere tecnologico. Uomini tormentati dal delirio di onnipotenza, incapaci di provare compassione per i propri simili e per gli animali (1), pervasi da una sorta di anestesia emotiva, governati da una nera triade composta da antisocialità, narcisismo e sadismo. A condire per bene il tutto, allucinazioni da eccesso post-ideologico e lucidità da eccesso di vuoto. Una nuova ideologia dopo la morte di tutte le ideologie: il fondamentalismo del nulla.

L'umanesimo non può nulla senza la scienza, ma la scienza senza l'umanesimo (senza cioè porre l'uomo al centro e arginare il delirio tecnocratico) sarà una madre che partorisce mostri.

E' già accaduto.

Il positivismo ebbe Frankenstein per figlio (2), la sua caduta novecentesca produsse Sarik/Sarikov nelle catene di montaggio dell'industria sovietica (3), a sua volta aborto e distorsione del materialismo socialista ottocentesco, e poi Dachau, Bergen Belsen, Buchenwald. L'esperimento del non-uomo. E Srebrenica, Abu Grahib e Aleppo. L'esperimento continua nel nuovo millennio. E tutto questo, purtroppo, non nella fantasia letteraria.

Sembra fantascienza, ma non lo è. E' l'espressione di una crisi del presente, lo spaesamento e la vertigine di un tempo differente sotto il quale si cela il presente stesso (4). Un mondo ibrido, fatto di presente e futuro?

Non so rispondere. E dopo un po' il silenzio diventa insopportabile, romba nel cavo auricolare con il fragore del mare in tempesta.

L'entropia è la naturale tendenza delle cose a mettersi in disordine, a sconvolgere il Kosmòs e tornare al Chaos primordiale. Tutto torna a essere quello che era, anche l'ordine apparentemente immutabile ritorna a sconvolgersi nel disordine. Tutto e ogni cosa ritorna al seme, tutto e ogni cosa ritorna alla fresca morte, alla morte verde (5). L'alternativa al Chaos non è il Kosmòs, ma l'annientamento, la dissoluzione, la morte.

La verità è che forse siamo stanchi. Sfiniti, annoiati, logori come genere (umano). Sorpassati. Antichi. Presto, qualche altra specie prenderà il nostro posto sul podio.

Abbiamo fatto il nostro tempo. Non resta che farci da parte e fissare la discesa inesorabile degli anni.

Senza scienza e senza logos.


(1) E' ancora elevato il numero di ricercatori che sostengono l'irrinunciabilità della vivisezione e della sperimentazione sugli animali.

(2) Frankenstein; o, il moderno Prometeo, romanzo del 1818 di Mary Shelley.

(3) Il cane che si fece uomo, in Cuore di cane, romanzo di Michail Bulgakov del 1925.

(4) Prefazione di Fabrizio Farina a Viaggi nel tempo.

(5) Sound of thunder, Ray Bradbury, 1953.


Nessun commento:

Posta un commento