"Il tempo non esiste, è soltanto una dimensione dell'anima" (Sant'Agostino)
Perdonatemi, ma dovevo ancora scrivere
della percezione del tempo in linea retta che esiste nella nostra dimensione
terrena. Perdonatemi, ancora una volta, se sconfino in argomenti metafisici, ma
sentivo la necessità di farlo.
L’apparente continuità del tempo e del
movimento sono un’illusione, dice Oliver
Sacks. Forse la nostra esperienza visiva consiste in una serie di istanti
senza tempo, frammenti saldati l’uno all’altro da qualche superiore meccanismo
cerebrale.
Nella nostra attuale dimensione, nel
nostro guscio di creature viventi in questo bislacco, straordinario universo, siamo in grado
di cogliere solo questa percezione del tempo: indietro il passato, in mezzo il
presente, avanti il futuro. Il tempo procede in sequenza lineare, non torna
indietro, ma va sempre avanti. Questo perché la nostra breve vita ci consente
di coglierne soltanto un frammento, di durata corrispondente a quanto ci è dato
vivere, mentre solo nella vita
intermedia, l’esperienza di bar – do (letteralmente dal sanscrito,
isola
in mezzo), tutto accade nello stesso istante, come se osservassimo
miliardi di miliardi di monitor che proiettano altrettanti miliardi di miliardi
di eventi nello stesso momento, e finalmente possiamo percepire la circolarità
del tempo.
E, così come si teorizza l’esistenza
dello spazio infinito, rappresentandolo non in una dimensione lineare, ma
circolare, che non ha, per definizione, né punto di inizio né punto di fine,
allo stesso modo, il cerchio del tempo annulla il passato e il futuro perché
inconcepibili e senza alcun significato. Il tempo non ha inizio e non ha fine, è
come un fiume congelato nell’eterno presente.
E quel presente si chiama eternità.
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