Queste
righe non sono per te. Tu non le leggerai mai.
Io
non ti so amare.
Sono
nel tuo mondo vivido, sotto una coltre di silenzio e sonno. Sono nella tua
gloria effimera, sono nella tua menzogna.
Ricordi?
La luce disegnava arabeschi sulla bianca tela della nostra pelle, sui corpi
distesi, distanti anni luce come galassie lontane. E tu nuda come la verità ti
mostravi, nuova stella fra altre stelle collassate nel silenzio. Andromeda
sorgeva sullo sfondo di un cielo troppo nero per essere compreso e io ti
guardavo danzare, impersonare le nostre danze macabre con il gusto del nulla.
La
luce mi feriva gli occhi e sembrava non avesse mai fine, come quando pioveva
alla fine di settembre.
Posso
solo immaginare quello che sarebbe stato, le parole che avresti detto, i baci
non dati, le parole sospese sulle labbra e mai pronunciate.
Ora
siamo così distanti.
Non
è facile immaginarti in quella stanza, dove torno a volte come in sogno, per
rivederti, per dirti addio. Un ultimo bacio per suggellare quel segreto che non
posso svelare e poi, l’ultimo volo nell’occhio del sole, l’ultimo respiro in
questo tempo immobile, l’ultima illusione.
Queste
sono le parole che non hai voluto ascoltare, Queste sono le lacrime che non hai
pianto.
Queste sono le parole che non ti ho detto.
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