Le dita diafane del mattino mi sfioravano i capelli, come petali dell’alba nella
purezza di quel fatidico giorno. Non mi fu concesso entrare. Restai ai margini
delle fantastiche mura dalle porte serrate. Magra consolazione dopo tanto
viaggiare, restar fuori dalle porte dell’alba.
Non ricordavo
di ieri, non conoscevo il domani, sono qui adesso, nel declino di mille soli. E’
come assenza questo abbandono, è come… abbracciare le fiamme.
Di
mia madre ricordo le lacrime, gemme preziose incastonate nel volto. Quel giorno
si scioglievano catene di un dolore antico, due anime si separavano per sempre.
Il mare accolse il mio primo sguardo, il vento portò sulle ali il respiro e da
remoti mari del tempo, da perduti abissi dello spazio, riemersi alla luce
perfetta del giorno.
Questo
accadde.
Domani
vedrò la città della mia nascita.
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