Pascal
D’Angelo, nome d’arte di Pasquale D’Angelo,
nato a Introdacqua (AQ), emigrò negli Stati Uniti a sedici anni, da analfabeta,
menando una vita durissima per cantieri edili, fabbriche, ferrovie e dovunque
vi fosse da lavorare. In America non solo imparò a leggere e scrivere, ma si
affermò anche come poeta.
Ecco il racconto straziante del suo
addio all’Italia e allo stesso tempo della scoperta del treno e della velocità
e infine, del mare, che avrebbe attraversato, da una sponda all’altra, da un
continente all’altro.
“Sentii il fragore del treno – né muli né cavalli
a trascinarlo – quindi la stretta di mio padre che m’incitava a salire in carrozza.
L’ultimo bacio di mia madre. Il resto sparì tra la nebbia delle mie lacrime.
Stavamo andando verso l’ignoto. Il frastuono della prima galleria e quelle
luminose macchie improvvise mi fecero trasalire dallo spavento, e smisi di
piangere. Quindi sfrecciammo fuori. Il mondo là attorno sembrava una grande
giostra. Colline e montagne ci venivano incontro all’impazzata, si dilatavano,
poi si sgonfiavano; le case ci scivolavano accanto: prima bianche, quindi
svanivano nuovamente in una verde macchia indistinta. Infine, ci fu uno
scenario mozzafiato. Eravamo appena usciti da una galleria ad incredibile
altitudine, lanciati a tutta velocità verso la pianura campana. Un abbagliante
luccichio dilagava tutto intorno e andava a perdersi ai confini del mondo.
Sulle prime ebbi paura. Poi pensai: ‘Il mare! Quella dev’essere la cosa che
chiamano mare!’”
(Son of Italy)
Quante emozioni deve avere portato quel
giorno che lo strappò alla sua terra nel suo cuore di fanciullo: la paura dell’ignoto,
mentre tremante di freddo e insonnolito, si separava per sempre da sua madre,
un’altra paura, stavolta per l’apparire di un mostro metallico che ruggiva e
sbuffava vapore: il treno che lo portava a Napoli, dove lo aspettava il
piroscafo per il Nuovo Mondo e, infine, la scoperta del mare, quel luccichio
ammaliante che dilagava tutto intorno e che non aveva mai visto.
Non rivide mai più l’Italia e i monti
dell’Abruzzo, nè ebbe più le carezze e i baci di sua madre. Mori a soli
trentotto anni per una banale occlusione intestinale. Se ne andò così, con la
banalità e la noncuranza dei suoi giovani anni, quasi tutti spesi nel Nuovo
Mondo, the pick and shovel poet, il poeta con picco e pala.
Nessun commento:
Posta un commento