Un’alba
di ferro sorge sulla pianura d’acciaio. La città dorme nel suo bozzolo di
cemento. Impressioni di ottobre: aria frizzante
punge la pelle, il sole è una macchia giallastra sfumata sulla tela del cielo,
un azzurro tenue, timido. Il quadro di un impressionista.
Davanti
a me il mare, nella sua coltre di mistero. Oggi non lo sento.
Rabbrividisco
e mi sento solo.
Dentro
di me una voce: ti senti solo, ma non anneghi nel vuoto. Per tua fortuna,
soffri della solitudine di chi pensa. E pensare, a volte, è pericoloso, ci sospinge
al largo.
Navigare
al largo è come spingersi oltre la vita, oltre l’immaginazione, oltre la
soglia della paura. E’ partire dalla spiaggia e oltrepassare i punti sicuri, in
cui si “tocca” e si vede ancora la terra, varcare il punto in cui le acque
litoranee divengono mare aperto e andare oltre, oltre e ancora più oltre e
diventare un puntino blu all’orizzonte. E svanire nell’azzurro.
Controllo
le drizze, gli stralli, le sartie. Le manovre sono in chiaro. La luce del
giorno mi piove sulla testa con lo splendore dei giorni fatidici. Sono pronto a
partire. Sotto il peso del vento la barca s’inclina e si accomoda meglio nel
letto del mare, sulla sua rotta invisibile. La scia dietro la poppa appartiene
al passato, le acque vergini dinanzi alla prua sono il futuro e in mezzo, il
mio effimero, traballante presente, incarnatosi sul ponte instabile di una barca.
Il
mio sogno è bello e fragile come un guscio di noce sull’oceano: volevo
possedere un’imbarcazione, mandare tutti a quel paese - rigorosamente non
bagnato dal mare -, levare le ancore e salpare.
Per
sempre. Per non tornare mai più.
Prua
a sud per uno – otto – zero, barra al centro, alla via così. Non chiedevo
niente di meglio: una piccola nave e una stella per fare la rotta. E’ piccola,
ma è mia e non la cambierei per niente al mondo. In fondo, è quello che ho
sempre voluto.
C’è
a chi tocca in sorte un transatlantico e a chi, invece, una bagnarola. Ma, meglio
essere il capitano su una tinozza, che il secondo di un transatlantico.
E
quel rottame è la mia vita.
COPYRIGH 2014 ANGELO
MEDICI
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