Per vedere il mondo in un granello di sabbia
E il paradiso in un fiore selvatico
Tieni l’infinito nel palmo della mano
E l’eternità in un’ora
(William Blake)
Impugno l’arco, fletto il braccio e tendo la corda.
Poi, invece di mirare, un attimo prima di scoccare, chiudo gli occhi e la
freccia vola nel buio. Non mi serve guardare, non devo prendere la mira. Come
la nave trova rifugio nel porto, come l’amante si abbandona tra le braccia
dell’amato, la freccia trova il bersaglio, si conficca esattamente al centro.
Non mangio quando mangio, non dormo quando dormo,
non corro quando corro, così non tiro davvero, quando tiro con l’arco.
Ogni freccia che tiro è una vita che va, una faretra
non basta a contenerle tutte, ma ogni freccia scoccata mi avvicina al risveglio
e presto non sarò più prigioniero della marea che va e che sempre ritorna.
La freccia vola, sicura e veloce, dritta verso il bersaglio,
ma a volte il bersaglio non è dove dovrebbe essere. E’ necessario che mi
ridesti, che torni a pensare i miei pensieri, in modo naturale, come la pioggia
che cade dal cielo, come le onde che si rotolano sul mare, come la neve nel
silenzio delle montagne. Allora io sarò la pioggia, io sarò il mare, io sarò la
neve.
Io sarò il silenzio.
Conosco il bersaglio come me stesso, forse conosco
il bersaglio più di quanto conosca me stesso. In verità, la mia conoscenza del
bersaglio è più profonda di quanto possa immaginare, perché il bersaglio sono
io.
Io e il bersaglio siamo la stessa cosa.
Quando tenderò il braccio per scoccare l’ultima
freccia, questo mondo svanirà, si squarcerà come un velo lacerato dalla spada del
tempo e si dissolverà come nebbia del mattino. Allora resterò solo, con l’arco
poggiato al fianco, uno strano e ormai inutile strumento a corda, a osservarne
l’ultimo volo, nel vuoto e nel buio, prima che si disintegri insieme al suo
bersaglio.
Me stesso.
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2012 ANGELO MEDICI
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La bellezza delle piccole cose, la perfezione dei piccoli gesti, l’importanza delle vite insignificanti, le vite degli insetti, ogni loro respiro è un cataclisma, il peso dell’aria. Il palmo di una mano può contenere terre, mondi interi, sistemi planetari e universi.
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