Un giorno come tanti, mi ritrovai una pistola per le
mani. Era bella, pesante e luccicava al sole. Io avevo i pantaloni strappati e
la maglietta sporca. Allora entrai nel supermercato.
Cercavo solo dei vestiti nuovi e un paio di occhiali
da sole. E’ dura stare al mondo senza un paio di occhiali da sole. Ma il proprietario
prese a guardarmi male.
“Ehi tu!
Vattene fuori di qui!” sbraitò e fece per cacciarmi via.
Allora tirai fuori la pistola. Lui si mise a urlare
e partì un colpo. In un lampo accecante era a terra con un buco in mezzo agli
occhi.
La pistola era bella, pesante, ma non luccicava più.
La cassa era piena di soldi, arraffai quello che
potei e scappai.
Ero diventato un fuorilegge e quella fu la mia
canzone.
La polizia si mise a indagare e mi venne ad
arrestare. Il giudice mi chiamò in aula per la dichiarazione preliminare.
Mi chiedi se sono stato io? Mi chiedi se sono
colpevole?
Sissignore, sono stato io. Ho premuto io il
grilletto. Ma l’ho fatto perché avevo paura. L’ho fatto perché avevo fame.
Perché avevo i vestiti sporchi e laceri e volevo solo un paio di occhiali da
sole.
Cazzo, non si può stare al mondo senza un paio di
occhiali da sole.
Ma mi hanno voluto scacciare come un cane, anche se
avevo i soldi per pagare.
Si certo, signor giudice, sono stato io a sparare.
Perché sono un fuorilegge e questa è la mia canzone.
Il giudice mi sbattè in galera, per tanti anni
chiuso in una gabbia. Di giorno canto la mia canzone. La mia chitarra sembra
un’astronave, mi conduce in mondi lontani. Le giornate non passano mai. Ma
quando arriva la notte, mi addormento finalmente e sogno. Sogno di essere fuori
di qua.
E rivedo la mia pistola. Bella, pesante e luccicante
al sole.
Perché sono un fuorilegge.
E questa è la mia canzone.COPYRIGHT 2012 ANGELO MEDICI
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Riproduzione vietata
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