Non
era mai stato così emotivamente instabile.
A
volte aveva la sensazione di aver toccato il fondo,
altre di essere condannato a precipitare per sempre in un pozzo senza
fondo. Ogni approccio di dialogo, ogni tentativo di gettare
una testa di ponte dall'altra parte finiva in fraintendimenti e
barricate, muri su muri di dolore, solitudine e disperazione. Era
devastato dal desiderio, che gli macerava il corpo e l'anima in una
piaga ripugnante.
Non
coltivava nemmeno più il passatempo della speranza, infida e
perversa, o l'hobby dell'attesa di una puntuale, nuova delusione. No
future era diventato un ideogramma, il suo preferito. L'aveva
ben stampato nei suoi circuiti neuronali e per sua causa aveva smesso
da tempo di sorprendersi, con sincera meraviglia e convinto stupore,
delle sue alterazioni comportamentali.
Odiava
il modo in cui era fatto, quel suo modo patetico e disperato di
sopravvivere un giorno dopo l'altro. Disprezzava sé stesso, la sua
vita e quella degli altri. Non aveva fatto altro, in tutta la sua
esistenza, che decidere quale errore commettere.
Un
compromesso fra Chaos e Cosmòs non
sarebbe stato realizzabile e mai si sarebbe realizzato. Ma di questo
si convinse quando già era troppo tardi. Ogni possibilità era
negata in partenza, ogni intreccio minato da cariche esplosive di
egoismo. Il resto fu rivelato.
E il
suo sguardo divenne gelido.
Ma
era giunto il tempo di guardare altrove, possibilmente senza
spezzarsi il cuore, con l'unica certezza che sarebbe stato, come
sempre, tutto a sue spese.
Come
fare? Un colpo secco e atroce, o era forse preferibile un lento
deperire nel silenzio?
Avrebbe
coperto le ombre della sua solitudine, con un ombra più grande che
pesava quanto il suo cuore, cercato un sentiero ancora vergine di
passi e quando l'avrebbe trovato, si sarebbe preoccupato di
nascondere accuratamente le sue tracce per evitare che qualcuno lo
seguisse.
Il
giorno si sta accecando, da qualche parte il cielo è forato e perde
luce. Presto scenderà la sera, arriverà su un cocchio trainato da
neri incubi. Lo condurrà una donna, bellissima, dal volto soave come
una madonna, e impugnerà la pistola.
Sarà
la fine.
E
avrà i suoi occhi.
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2005 ANGELO MEDICI
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