sabato 17 settembre 2016

La Trilogia dei Luoghi


L’impero del vento, La città verticale e Hotel Vasteland, il mio ultimo romanzo, costituiscono la catena inscindibile di una trilogia, la Trilogia dei Luoghi. Le maglie della catena che unisce queste opere, pur così diverse fra loro per trama, plot e ambientazione, sono la diversità e l’identità. La domanda da porsi è: chi sono io? Chi sono io davvero? Sono questioni che ci poniamo dalla notte dei tempi, ma la cui sola risposta ottenuta era l'eco che rimbalzava sulle pareti di una caverna.
Ne L’impero del vento, la crisi d’identità è innescata dalla condizione di diversità, dal sentirsi stranieri, estranei, alieni in un paese straniero. Non a caso, strano e straniero hanno la stessa radice, anche in altre lingue (strange – stranger, etrange – etranger).
Ne La città verticale ho narrato il dramma di sentirsi estranei al mondo e ai luoghi che ci appartengono.
In Hotel Vasteland, la crisi d’identità è così profonda e definitiva, che ci fa risvegliare estranei a noi stessi, prigionieri di un corpo che non riconosciamo.
Percepire la diversità è prendere coscienza della difficoltà d’idealizzare la propria identità al punto da riconoscere le identità altrui soltanto come presenze estranee e inquietanti. Entità che non sono in relazione tra di loro in alcun modo, proprio come tessere di un puzzle che non s’incastrano con nessun’altra, perché non appartengono alla stessa scatola.
La Trilogia dei Luoghi, il mio hotel, la mia città, il mio impero.

 
 

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