martedì 19 gennaio 2016

Quo Vado? Non lo so




Non so quanto c'entri con il cinema. Fa ridere la sinistra che dopo anni di snobismo sale sul carro del vincitore eleggendolo a sociologo d'Italia, quando è solo un grande comico” e un gran furbacchione, aggiungo io, “che è riuscito a prendere il pubblico dei cinepanettoni e quelli che non li andavano a vedere.” Queste sono le parole di Sergio Castellitto, attore di origini molisane, a proposito di Quo Vado, l'ultimo successo di Checco Zalone (Che Cozzalone, in barese), al secolo, Luca Pasquale Medici. “Non penso che il suo successo farà bene al cinema italiano”, conclude.

Ebbene, ha ragione al cento per cento. Quo Vado è il film italiano più visto di sempre, campione di incassi, ha sbancato il botteghino. Ma, La grande bellezza, Nirvana, Mediterraneo, Amarcord, Sciuscià, Ladri di biciclette, Un borghese piccolo, piccolo, Il postino (scusatemi, la lista potrebbe essere molto lunga, ma accidenti sto parlando di Federico Fellini, Gabriele Salvatores, Massimo Troisi, Vittorio De Sica, Paolo Sorrentino), che non hanno avuto incassi stratosferici, ma sono, a differenza di Quo Vado, opere d'arte?

Perchè questo è il cinema. Arte. La settima arte, quella arrivata per ultima, ma che non ha nulla da invidiare alle sue sei sorelle più anziane, anzi, forse ne è il compendio, con la pittura (fotografia e scenografia), il teatro (recitazione), la musica (colonna sonora), la letteratura (sceneggiatura). Arte e non business.

Ha ragione Castellitto, Quo Vado farà molto male al cinema italiano, perchè produttori e registi saranno costretti a inseguirlo, sempre più in basso, pur di fare incasso, verso il baratro del cinema nostrano, diseducando, con prodotti da blockbuster, il naso dei cinefili (se ne esistono ancora) e anestetizzando il loro senso critico.

Spiace dirlo, ma ormai il livello culturale italiano è inversamente proporzionale agli incassi di Quo Vado.


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