sabato 19 dicembre 2015

Piazzale Peppino Impastato


 

Mi permetto di accostare alla fulgida figura di Alekos Panagulis, il guerriero greco della libertà, un personaggio meno noto, una figura nostrana. Un eroe del quotidiano, uno che non abbassava la testa, che non aveva paura di dire quello che pensava.

Peppino Impastato.

Ho visto i Cento passi con i miei figli, saltando le scene più crude, quelle meno adatte ai loro occhi e che non avrebbero compreso. Ma, con mia profonda sorpresa, hanno inteso fino in fondo il profondo senso d’ingiustizia che permeava il flusso delle immagini. A un certo punto, mi hanno chiesto: “Papà, perché i buoni non arrestano i cattivi?”. Non ho saputo rispondere. Più tardi ho abbozzato un: “Forse perché i cattivi erano mescolati ai buoni e non riuscivano a riconoscerli”. Da che mondo è mondo, è stato sempre difficile separare il grano dal loglio. Allora mi hanno domandato: “Ma è una storia vera?”. E qui ho capitolato.

Purtroppo si, ho detto, è una storia vera fino all’ultima goccia di sangue, fino all’ultima lacrima.

Mi domando come è potuta accadere questa favola di sangue in un Paese la cui legge fondamentale, all’articolo 21, recita “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Ma io sono un ingenuo, sono un idealista fuori dal mondo, sono soltanto uno sciocco su una nuvola. Però mi piacerebbe credere che un Paese con una legge così bella e limpida difende i suoi figli contro chi vuole azzittirli, farli diventare sordi, ciechi, muti.

Il mio destino invece è precipitare dalla nuvola degli sciocchi e schiantarmi sulla dura realtà.

La verità è che è sbagliato l’articolo 1 della Costituzione, anzi, è vero fino a un certo punto: “L’Italia è una repubblica democratica fondata…”.  Il periodo dovrebbe finire cosi: “…sulla morte”. Morte in catena di montaggio, morte industriale, morte a go go. E’ tutta qui la differenza, la morte sta al centro, non la vita, il prodotto finale è la morte, la morte fa crescere il PIL.

Quanta gente è saltata in aria in stragi senza nome e senza un perché? Quanta gente è svanita in incubi assurdi senza essere mai più ritrovata, come fosse stata inghiottita dalla terra?

Non siamo d’accordo con le sue idee? Piantiamogli una bella pallottola in corpo, problema risolto. E’ una cura eccellente contro la malattia del libero pensiero.

E mi domandavo: da allora cosa è cambiato? Cosa è rimasto di lui, cos’è rimasto di Peppino?

La risposta ce l’avevo sotto gli occhi. La vedevo tutti i giorni per andare a lavorare.

La risposta è una bella lapide in mezzo a una via.

Piazzale Peppino Impastato.

 

Peppino, Peppino, Impastato di terra, sangue e dolore.

Nessun commento:

Posta un commento