sabato 17 ottobre 2015

Storie e metafore


 
 
Le storie che scrivo sono metafora della mia vita. Nell’esistenza dei protagonisti si riflette la mia. E sono sempre io a parlare con le loro bocche, a vedere il mondo attraverso i loro occhi. Proietto su di loro, me stesso. Per questo motivo m’inoltro spesso nell’introspezione dei personaggi e scandaglio senza riguardo le loro anime.
 
Le conosco bene quelle anime, sono figlie della mia.
 
E’ strano scrivere un libro e vederlo pubblicato. E’ un pò come assistere alla nascita di un figlio, un figlio tuo che ti cresce fra le mani, parola per parola, rigo su rigo, pagina dopo pagina e soffri e gioisci insieme a lui per i suoi progressi o per le sue debacles e finalmente, quando è pronto, lo lasci andare e lo pubblichi, lo accompagni per l’ultima volta fino all’ingresso del mondo, ma tu resti sulla soglia e ti accorgi che non ti appartiene più, che non è più tuo. E le parole che hai vergato, quelle frasi, quei versi, quelle righe scritte con l’inchiostro attinto dalla tua stessa anima non fanno più parte di te.
 
Appartengono al mondo.

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