sabato 10 ottobre 2015

Personaggi de La città verticale


 

Il personaggio deve essere facilmente riconoscibile:

a) Per caratteristiche fisiche (il dito mozzo di don Antonio);

b) Per la gestualità (il prete che mulina le braccia per la rabbia);

c) Per le relazioni con gli altri personaggi (il rapporto don Antonio – don Peppino).

Inoltre, i personaggi devono agire con coerenza rispetto:

a) Alla narrazione e al tipo di narrazione, genere e tipo, es. giallo, noir e romanzo, racconto breve;

b) Alla loro natura;

c) Al messaggio finale della narrazione.

Il lettore si deve affezionare al personaggio, questo ho cercato di fare con don Peppino, cercando di creare un uomo ossessionato dal senso di giustizia, al punto da esserne perennemente frustrato, perché in questo mondo – e forse anche nell’altro – non ve n’è. Il lettore deve affezionarsi al personaggio, dicevo, lo deve sentire vero, vivo, tanto da avere l’impressione di poter quasi parlare con lui.

Una buona strategia per definire il carattere e il contesto in cui si muove è di affibbiargli un soprannome. Quattrodita, Pirchiuso, Senzastomaco, sono soprannomi che vanno oltre la mera indicazione fisica e ci dicono di più. Il soprannome di don Antonio ci spiega il motivo per cui ha perso il dito e, indirettamente, delinea il personaggio; quello di Michele, sostituisce il cognome e ci indica un cialtrone, un pezzente che vive di espedienti; per Senzastomaco, il soprannome sostituisce addirittura il nome e il cognome, perché nessuno sa come si chiami veramente, e questo la dice lunga sul personaggio.

E’ poi necessario situare il personaggio, sia nella storia di carta stampata, sia nella sua storia personale. E’ importante definire bene da che parte viene e da che parte va. E le sue caratteristiche devono essere conformi al tipo di narrazione, alla tradizione letteraria prescelta (racconto breve, novella, romanzo) e al genere (giallo, noir, thriller, psicologico, ognuno di essi ha regole molto precise da rispettare). Io sono più per il crossover, per il miscuglio di generi, il cui risultato non è nessun genere in particolare, ma tutti in generale.

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