giovedì 5 giugno 2014

Blocco dello scrittore?


 

Ieri notte ho sognato di scrivere. Ero felice, da tanto non lo facevo. Tranquilli, non è il blocco dello scrittore, almeno non ancora, mi sopporterete per un bel pezzo su questo blog. Ho tante cose da dire, cose che diverranno presto materia di scrittura e pensieri, angosce e sogni e incubi, che si fonderanno in parole, che sublimeranno trame e nuove storie. No, ne sono certo, non è il blocco dello scrittore. E’ più una sorta di raffreddamento, fugace e istintivo, della sensibilità della mia mano destra. Essa non sente più la carta, l’inchiostro, la penna, i tasti del computer, non sente più irrompere ondate frenetiche di impulsi elettrici nei suoi stanchi tendini e non le converte più in scrittura.

E la sinistra, intanto, cosa fa? Non so, vive di vita propria come se non fosse più mia, come se appartenesse a qualcun altro. Non la riconosco più. L’arto di un morto attaccato a un avambraccio mozzo, che non fa il suo dovere.

Quando mi sono svegliato, tuttavia, ho dimenticato quello che avevo scritto e mi sono molto rammaricato che il sogno non fosse la realtà. Allora, ho preso il primo foglio a portata di mano, ho impugnato la penna e ho cominciato a scrivere. Senza quasi rendermene conto.

Potere dei sogni, magia della scrittura, arcano incantesimo che li imprigiona in un pezzo di carta.
Il blocco, se mai c’era stato, è svanito. La sensibilità è tornata a pulsare nelle mie mani, come un’ondata di calore sano e dolce. Avvertivo al tatto, in rilievo, le parole allineate sul foglio a opera della mia penna, come un muto, ma nitido alfabeto Braille che avevo, finalmente, imparato a decifrare.

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