mercoledì 2 aprile 2014

Un anno di blog


Oggi il mio blog compie gli anni. Un solo, ma ha raggiunto, grazie a voi lettori, risultati importanti.

Quando ho iniziato a pubblicare sul blog, temevo di non aver nulla da dire, che mi sarebbero mancati gli argomenti, che si sarebbe esaurita la verve creativa, già difficile da cercare, come una vena d’oro nascosta da un Dio geloso nel cuore inaccessibile della terra. Invece, non è accaduto.

A volte immagino il mio blog come un giornale. Un periodico che pubblica le mie insignificanti e banali vicissitudini. Insignificanti e banali, ma indiscutibilmente mie. E, per procedere con i parallelismi con la carta stampata, il blog è come un quotidiano. Il quotidiano di me stesso.

Un giornale è come un romanzo a puntate che racconta la vita, sostiene un bravo giornalista come Beppe Severgnini. E un buon giornalista è, in fondo, anche un bravo scrittore. Ad esempio, Dino Buzzati faceva entrambi i mestieri in maniera superlativa, ma forse, anzi senza forse, semplificare giornalismo e letteratura a mestiere è indegno e anche riduttivo. Letteratura e giornalismo sono professioni, professioni di vita e di fede. In ogni modo, vi era chi sosteneva che la narrativa di Buzzati, rispetto alla sua scrittura giornalistica, era “lo stesso guanto, ma rovesciato” (Eugenio Montale). Ovvero, il dritto è la realtà, è materia di carta stampata, il rovescio, la sua rappresentazione letteraria, è, viceversa, materia di romanzo. Non vi è chi non veda che ho accordato a me stesso, ingiustamente, il permesso d’interpretare Montale. In ogni caso, fortunato il giornale che poteva permettersi di indossarlo quel guanto, ospitando gli articoli di Buzzati.

Un blog è molto simile a un giornale. Il mio, naturalmente, non ha alcuna pretesa di rappresentare la realtà, la cronaca, la storia. Di realtà e cronaca ritrae solo la mia. Per mia fortuna, non faccio il giornalista e posso scegliere di cosa parlare. Dunque, scrivo di quello che mi colpisce, che mi intriga, che mi affascina e sconvolge, nel bene e nel male. Lo scrittore è come una spugna di mare. Assorbe parole, vicende, sentimenti. Sente la storia, il mondo, la vita. E lentamente, goccia a goccia, la spugna si svuota sul foglio e lo bagna dei suoi umori, rende alle fibre della carta ciò di cui si è impadronita dalle fibre del reale. E così, anche lo scrittore attinge al mondo e al termine del processo creativo, restituisce al mondo. E lo scrittore cede il passo al blogger, e viceversa. Almeno, nel mio caso funziona così. Credo, però, che non basta saper scrivere per essere un bravo giornalista, non sempre vale l’equazione scrittore = giornalista. Scrivere sui giornali non è come scrivere un libro. Occorrono altre doti, la testardaggine, la curiosità al limite del morboso, un fiuto investigativo da far invidia a Scotland Yard e, per ultimo, ma non meno importante, l’essere rompicoglioni assillanti, perché è solo martellando con la costanza di una goccia sulla stalagmite che si ottengono le notizie.

Stalagmite. Questa parola mi fa venire in mente gli Stalag (abbreviazione di Stammlager), i campi di concentramento tedeschi per i prigionieri di guerra e il più famoso di tutti, lo Stalag 17, dall’omonimo film del 1953 di Billy Wilder. Una curiosa assonanza che non c’entra nulla.

O forse sì.

Tanti scrittori e tanti giornalisti subirono e subiscono ancora oggi la segregazione di altri lager e trattamenti disumani. In questo caso l’equazione funziona in entrambi i versi.

Ma torniamo al blog.

Nel suo primo anno di vita, ho pubblicato quarantasei post, mi avete letto più di cinquemila volte, da Italia, Stati Uniti, Russia, Germania, Francia, Olanda, Romania, Serbia, Regno Unito, Polonia. Ora, mi chiedo riflettendo sulle statistiche, chi mi legge mai nei Paesi Bassi, o in Russia e Polonia? Mah!

Il blog ha accompagnato la mia produzione letteraria. Ho scritto dal nulla un nuovo romanzo, ne ho riscritto un altro (che spero veda la luce entro l’anno), scritto qualche brano di un terzo e, infine, ho pubblicato il mio primo libro.

Non potevo sperare in meglio.
Grazie a tutti.

Nessun commento:

Posta un commento