venerdì 7 marzo 2014

Una freccia, una vita



Per vedere il mondo in un granello di sabbia

E il paradiso in un fiore selvatico

Tieni l’infinito nel palmo della mano

E l’eternità in un’ora

(William Blake)

 

Impugno l’arco, fletto il braccio e tendo la corda. Poi, invece di mirare, un attimo prima di scoccare, chiudo gli occhi e la freccia vola nel buio. Non mi serve guardare, non devo prendere la mira. Come la nave trova rifugio nel porto, come l’amante si abbandona tra le braccia dell’amato, la freccia trova il bersaglio, si conficca esattamente al centro.

Non mangio quando mangio, non dormo quando dormo, non corro quando corro, così non tiro davvero, quando tiro con l’arco.

Ogni freccia che tiro è una vita che va, una faretra non basta a contenerle tutte, ma ogni freccia scoccata mi avvicina al risveglio e presto non sarò più prigioniero della marea che va e che sempre ritorna.

La freccia vola, sicura e veloce, dritta verso il bersaglio, ma a volte il bersaglio non è dove dovrebbe essere. E’ necessario che mi ridesti, che torni a pensare i miei pensieri, in modo naturale, come la pioggia che cade dal cielo, come le onde che si rotolano sul mare, come la neve nel silenzio delle montagne. Allora io sarò la pioggia, io sarò il mare, io sarò la neve.

Io sarò il silenzio.

Conosco il bersaglio come me stesso, forse conosco il bersaglio più di quanto conosca me stesso. In verità, la mia conoscenza del bersaglio è più profonda di quanto possa immaginare, perché il bersaglio sono io.

Io e il bersaglio siamo la stessa cosa.

Quando tenderò il braccio per scoccare l’ultima freccia, questo mondo svanirà, si squarcerà come un velo lacerato dalla spada del tempo e si dissolverà come nebbia del mattino. Allora resterò solo, con l’arco poggiato al fianco, uno strano e ormai inutile strumento a corda, a osservarne l’ultimo volo, nel vuoto e nel buio, prima che si disintegri insieme al suo bersaglio.

Me stesso.

COPYRIGHT 2012 ANGELO MEDICI

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1 commento:

  1. La bellezza delle piccole cose, la perfezione dei piccoli gesti, l’importanza delle vite insignificanti, le vite degli insetti, ogni loro respiro è un cataclisma, il peso dell’aria. Il palmo di una mano può contenere terre, mondi interi, sistemi planetari e universi.

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