domenica 19 ottobre 2014

Recensioni e commenti su La città verticale


Recensioni e commenti su La città verticale


PRENDI UN UOMO E PORTAGLI VIA TUTTO, SPOGLIALO DI OGNI COSA.

QUANDO GLI HAI TOLTO TUTTO, COSA RESTA?

Un paese governato da una legge spietata. Un boss della mala impera sulla gente che non osa alterare questo perverso equilibrio. Una sola persona non riesce ad accettare questa realtà: don Giuseppe, il prete. La sua storia si intreccia a quella di Ciro, un giovanissimo che viene assoldato proprio dal boss per diventare il suo baby-killer di fiducia. Presto, però, la situazione rivelerà la sua precarietà e sfuggirà di mano a tutti. Ciò che il sacerdote dovrà subire sarà terrificante quanto ciò a cui andrà incontro il piccolo assassino, precipitando inesorabilmente verso un finale sorprendente.

Un romanzo straordinario, impietoso e violento, crudo e scioccante, ma infarcito di straziante e crudele poesia.

Genere letterario: crossover- noir mafioso.

Pubblico di riferimento: adulto.

Punti rilevanti: lettura a più livelli.

Impianto tecnico e ampio, struttura lineare, ritmo cadenzato, buona leggibilità, aspetti linguistici gergali.

Il testo esaminato scandaglia le inaudite difficoltà dell’essere in un ambiente ostico come può esserlo un territorio ad alta infiltrazione mafiosa, dove il boss è “la legge”, al di sopra dello Stato tanto quanto di Dio. Un romanzo orientativamente di mafia, sebbene non poliziesco, se non blandamente, il quale parte da una situazione di cupa disperazione sociale per arrivare a un finale di triste umanità. Sviluppato attraverso parallelismi e introiezioni, in un itinerario dalle molte sfaccettature (anche stilistiche), filtra le vicende, talvolta archetipiche, in una sequenza di movimenti disparati, traslando narrazioni e incrociando trame e filosofie. I personaggi chiave sono tre, il prete, il giovane killer e il boss. E se il primo perde la sua forza cedendo alla propria rabbia, il secondo finisce per difendere la sua ritrovata dignità, mentre il terzo è fondamentalmente l’antagonista necessario allo sviluppo del plot. Siamo di fronte a un itinerario emotivo, a una vicenda di grande intensità. Mai acritico, neppure semplicistico, lo scritto ha un taglio significativo, denso. Il finale rappresenta effettivamente la soluzione a molte cose, l’accettazione da parte del protagonista della sua nuova condizione coincide con il cambiamento e tutto sfuma in un’inesorabile sconfitta. La sintesi formale è articolata, stilisticamente come pure semanticamente è scorrevole. Linguisticamente è valido.

 
Abbiamo letto con interesse il suo testo e riteniamo che sia un’opera valida nel suo genere, dalla trama articolata e priva di cadute, che scorre rapida fino alla fine tenendo viva l’attenzione del lettore. Molto attuale come argomento, potrebbe trovare i suoi lettori in un pubblico di ogni età.


E' una tempesta di emozioni, ha regalato al lettore tutto ciò che promette nella prefazione. Forse anche di più...

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