martedì 10 settembre 2013

Sabotare la TAV? No, grazie!

Solo un brevissimo post per commentare le recenti affermazioni dello scrittore Erri De Luca sull’inutilità della TAV, la conseguente giustificazione o incitamento al sabotaggio e, secondo le ultimissime, addirittura partecipazione ad atti di sabotaggio veri e propri. Questo non è un blog politico, qui si parla di arte, musica, letteratura e voglio che la politica stia alla porta. Ma, qualche mese fa avevo dedicato un post a questo scrittore, parlando, naturalmente, di sola letteratura e volevo precisare il mio pensiero. Continuo a stimare De Luca, come scrittore e come uomo, del quale ho detto di apprezzare la coerenza che a molti difetta, ma le idee che ha espresso sulla TAV, proprio non le condivido. Naturalmente, ritengo che sia libero di esternare tutto ciò che crede, ma che debba anche assumersene la responsabilità, sia nei confronti del suo pubblico di lettori, che, credo, non comprenda solo lettori di sinistra, sia nei confronti della giustizia, qualora le sue dichiarazioni siano ritenute integrare il reato di istigazione a delinquere e i suoi atti concretizzare reati di altro genere. Ma questo compito spetta solo alla Magistratura. Riporto, comunque, alcune sue dichiarazioni, rilasciate al quotidiano La Repubblica. "Un intellettuale deve essere coerente e mettere in pratica ciò che sostiene. Per questo anch'io ho partecipato a forme di sabotaggio in val di Susa". Coerenza e chiarezza si sprecano. Alla domanda: “De Luca, può un intellettuale disinteressarsi delle conseguenze delle parole che pronuncia?”, ha risposto: "La mia risposta è no. Se poi l'intellettuale è uno scrittore, è bene che conosca il significato delle parole: è il suo mestiere. Direi di più: l'intellettuale non dovrebbe mai smentire quel che ha detto e scritto". Che altro aggiungere? E poi: "Certo che l'ho fatto. Ho partecipato ai blocchi dell'autostrada insieme a maestri elementari, vigili urbani, madri di famiglia. Il blocco stradale è certamente un atto di ostruzionismo. Diciamo che è una forma di sabotaggio alla libera circolazione". Ora, quando si parla di sabotaggio mi viene da pensare ai black bloc, ai no global, agli anarchici informali (e meno male che non sono formali, mi viene da dire, altrimenti…!), ai professionisti della protesta e del tafferuglio, non a un intellettuale sessantenne che si agita sulle barricate. Ammettiamolo, quello che ha fatto De Luca, è ben poca cosa in confronto alle famigerate, esecrabili imprese dei manipoli agghindati di nero, lui è stato un signore, anche nel cuore della protesta. Ha avuto il coraggio di mostrarsi in faccia e anche quello di autodenunciarsi. Il sabotaggio che ha posto in essere, credo che rientri appieno nel concetto di resistenza passiva. La resistenza attiva è, invece, tutt’altro. Ma qui finiscono le mie convergenze e le mie simpatie. Sul fronte della TAV io sto dalla parte opposta. Io credo che la Tratta Alta Velocità sia un’opera necessaria, della quale l’Italia ha bisogno, ma che, purtroppo e come accaduto per tante altre grandi opere italiane, arriverà fuori tempo massimo. Ritengo che se il corridoio Lisbona – Kiev, del quale fa parte la tratta Lione – Torino, verrà spostato più a nord, l’Italia sarà tagliata fuori e avremo perduto l’ennesima occasione. Inoltre, non credo che gli abitanti della Val di Susa, pur comprendendo le loro ragioni, abbiano il diritto di bloccare lo sviluppo dell’Italia intera e per tale intendo il Nord, il Centro, il Sud e le Isole, soprattutto, e questo, a De Luca, che è meridionale come me, dovrebbe stare molto a cuore. Quante volte il Mezzogiorno è stato calpestato in ragione degli interessi d’Italia? Sempre. Ogni volta che sono in gioco gli interessi nazionali o del Settentrione, il Meridione soccombe. E perché dovrebbe essere diverso, se a essere calpestate, per una volta, sono le ragioni del Nord? Non condivido, ripeto, le sue idee, io in politica sto, moderatamente, dalla parte opposta, ma la coerenza l’apprezzo in chiunque. Credo però, che De Luca sia figlio del suo tempo, il sessantotto mitizzato, deriso, forse mai studiato a fondo. E ripetere schemi rituali, triti e usuali di occupazione, sabotaggio, resistenza, termini per luminari adusi alla lotta di classe, sia qualcosa fuori dal tempo. Nel frattempo la storia è andata avanti. Sono anche convinto, che le proteste, i sabotaggi e gli attacchi ai cantieri e alle Forze dell’ordine siano organizzate e fomentate da personaggi esterni (e in questa schiera non includo di certo Erri De Luca, che ritengo in buona fede), che poco hanno a che vedere con i valligiani, al solo scopo di perpetuare certe logiche di scontro e meccanismi di lotta tipici degli anni settanta. Insomma, qualcosa di molto vecchio e stantio, con un sapore peggiore della minestra scaldata, propinata da personaggi fuori dal tempo, che non si sono accorti che le cose da trent’anni a questa parte sono cambiate, anche se, purtroppo, non sempre in meglio. Un consiglio spassionato a questi “personaggi” decisamente retrò: andate a rompere il cazzo da un’altra parte!

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